Oroscopo di Natale 2020

Mi sono ritrovata a scrivere l’oroscopo della settimana nel giorno della Vigilia, e così, visto che la settimana scorsa ve l’ho fatto saltare, anticipo l’oroscopo di domenica ad oggi, come regalo di natale per tutti. Nell’augurarvi buon natale vorrei dirvi: non perdetevi d’animo. Come dice Clarissa Pinkola Estés, siamo fatti per questi tempi difficili. Non perdete la speranza perché la verità è che siamo fatti per questi tempi. Malgrado i vostri dubbi, le frustrazioni nel tentare di raddrizzare ciò che non va, persino la sensazione di aver smarrito la rotta, voi non siete privi di risorse e, soprattutto, non siete soli.

Grazie di seguirmi. Davvero. A volte ancora mi stupisco che siate lì…

Brezsnychiii? vi aspetta il 3 gennaio (con l’annuale, se l’ho finito, o male con va col settimanale).

Ps. So che volete i segni separati, ma oggi è Natale, adesso accontentatevi di questo, poi magari per domenica lo pubblico nel solito formato così è più facilmente condivisibile. Bisous…


Ariete, so quanto sia importante per te affermarti, lo capisco, ma almeno oggi, nel giorno di Natale, fà che la gentilezza ti guidi e ti consigli. Lascia spazio a chi, accanto a te, forse a tua insaputa, patisce modi e toni sempre sopra le righe. Ti svelo un segreto, una specie di regalo di natale che ti voglio fare: nella vita non tutto gira intorno all’aver ragione. Nella vita, anzi, raramente si tratta di ragione più che altro si tratta di essere felici e non possiamo essere felici se attorno a noi non regna l’armonia. Se tu provassi a lasciare andare il bisogno di affermarti a tutti i costi, di spuntarla, di averla vinta, ti accorgeresti che quel bisogno è come un tizzone che brucia e che tu ti ostini a stringere. Molla la presa, e prova, dico solo prova, a coltivare un cuore gentile senza ragione. Sii casualmente, accidentalmente, irragionevolmente gentile, ho detto gentile non educato, di una gentilezza sincera e sentita che rinuncia alla rappresaglia. Allora sì, che il miracolo di natale si compierà. E tu ne sarai testimone.

Toro, tutti amiamo le nostre cose, in qualche modo ci definiscono, ci danno un senso di sicurezza e stabilità più che legittimo; ma quando queste cose, persone, relazioni, averi, diventano irrinunciabili allora non si parla più di sicurezza ma di dipendenza. La sicurezza è qualcosa che dobbiamo coltivare dentro, rafforzandola giorno per giorno col sostegno di ciò che abbiamo fuori, certamente, ma non vincolandola ad esso. Toro, sei qualcosa di speciale, determinato, forte, affidabile, sei la roccia su cui poggiare i piedi sapendo che non ti lascerà cadere e questo è magnifico, ma la paura di perdere tale ruolo, che ti garantisce la stabilità perpetua, può metterti in una condizione di ricatto di cui neanche tu sei cosciente, e ciò che ne risulta è una rabbia profonda e repressa che prima o poi si farà strada in superficie. Non barattare ciò che sei per ciò che hai; so che quello che hai ti sembra davvero importante ma vale la pena chiedersi, con profonda onestà: qual è il prezzo che pago? Tu vali molto di più.

Gemelli, planare sulle cose è piacevole, divertente e, spesso, risolutivo. Almeno il 70% delle cose si risolve da sé se non ce ne preoccupiamo più di tanto. Ma resta un numero di cose che richiede invece che noi ci si impegni a fondo, e delicatamente, per far si che volgano al meglio; per lo più, questo 30% si riferisce alle relazioni. Io credo che la vita vada vissuta primariamente con gioia ma ciò non implica ignorare il dolore. La sofferenza, le difficoltà non scompaiono solo perché noi abbiamo deciso di ignorarle. Quello che possiamo fare è invece esserne testimoni per poi riuscire a trasformare il dolore in qualcos’altro, in una bella risata liberatoria per esempio. Ma prima è necessario vederlo, prenderne atto e, soprattutto, sentirlo. E se non sappiamo farlo allora ci ritroveremo sempre soli di fronte al nostro dolore e sempre impreparati di fronte a quello degli altri. Cari Gemelli, vi sto chiedendo di sentire la vita interamente, senza scegliere cosa vale la pena di vivere e cosa no selezionando i momenti interessanti come valutereste i chicchi d’uva da una ciotola. Se vi soffermaste sui chicchi malconci, se aveste il coraggio di provare ad assaggiarli, scoprireste, con vostra somma sorpresa, che sono i più dolci.

Cancro, sei fatto per nutrire, sei nato per quello. Nessuno come te è capace di accudire e comprendere un altro essere umano, nella sua intimità. E' un dono che hai. Eppure tanti del tuo segno fuggono da questo, da questa meraviglia che vi è stata accordata. Io lo so perché. Per la paura di soffrire troppo, lo capisco. Siete sprovvisti dei filtri necessari a proteggervi da ciò che arriva da fuori e dunque spesso l’unica difesa che vi resta è l’egoismo, a volte la superficialità: non soffermarsi, non chiedere, chiudersi a riccio, fare finta di niente. Allontanarsi. Non è una colpa questa, ma non funziona, e non funzionerà mai. È necessario che cominci a smettere di aver paura e anche a smettere di aspettarti che gli altri soddisfino tutte le tue silenziose aspettative. Lascia che il mondo ti sorprenda, ognuno a suo modo, che non è il tuo d’accordo, e forse non ti sembrerà sufficiente, ma se chiedi del pane e uno ti dà un pesce, forse è perché ha solo pesci da dare e quindi la sua è generosità. Lascia che il tuo meraviglioso mondo interiore si manifesti senza che questo abbia sempre un prezzo da pagare.

Leone, qualunque impegno, dovere, bisogno di riconoscimento e apprezzamento o convinzione tu giudichi importante, è tempo di metterla da parte se ti priva della possibilità di creare qualcosa. Il bisogno di ammirazione può essere un’arma a doppio taglio. Sul momento è molto gratificante ma poi ha un risvolto amaro: si è sempre dipendenti dall’esterno, non si è in grado di riconoscersi il diritto di manifestare veramente chi siamo pur con i nostri lati meno edificanti. Siamo schiavi del personaggio e finiamo col perdere connessione con la nostra vera identità che non sempre è degna di ricevere il plauso ma, è questo è il vero regalo di natale, è certamente sempre degna di ricevere amore. Amore è la parola del Leone, è il compito del Leone, devi trovare un modo per riceverne e darne senza dover recitare un personaggio. E l’unico modo per farlo, la sola via, è che quest’amore sia, innanzitutto, rivolto all’interno.

Vergine, c’è un’unica grande verità, una sola certezza nell’universo, che tutto è incerto. Nulla va come previsto se non per una serie di fortunate coincidenze. Non la pianificazione, non la preparazione, non il controllo serrato ci possono garantire la buona riuscita del piano, perché il piano va come deve andare e questo lo sapete anche voi, in fondo in fondo, ed è il motivo del vostro tanto affaccendarvi. I buddhisti dicono: non si può fermare l’onda ma si può imparare a cavalcarla. Questo possiamo fare, cavalcare gli eventi, non indirizzarli. Non siamo dunque onnipotenti ma neanche impotenti, possiamo imparare e danzare sulle onde e impegnare il nostro tempo, la nostra dedizione e tutto il nostro impegno a studiare tutti i passi possibili, invece di ostinarci a fare in modo che esca l'unica canzone che conosciamo. Questo passaggio richiede solo una cosa: la capacità di stupirti. Coltivare quel lato fanciullesco che è ancora in grado di abbracciare l’avventura e meravigliarsene.

Bilancia, so che la relazione è vitale per te, eppure devi capire che non è tutto, non quando per preservare la relazione vieni meno a te stesso/a, ai tuoi bisogni. Vorrei chiederti di fare lo sforzo di riconoscere i tuoi diritti, perché ce li hai e vederli, affermarli e difenderli non significa mancare di rispetto, essere irragionevoli;  e neanche essere irresponsabili. Al contrario, significa avere rispetto per se stessi, significa essere davvero responsabili. Scegli per te, lasciando agli altri il compito di scegliere per se stessi. E se questo significa rischiare una frattura, sforzati di capire che è un bene, e che il 90% delle volte le fratture possono essere risanate. E per il restante 10, forse, se il prezzo da pagare era che tu restassi muto/a, allora quella rottura è un bene, un dono che ancora non sei in grado di apprezzare.

Scorpione, nessuno può farti del male più di quanto tu stesso non faccia già, e questa è l’unica verità che devi conoscere. Forse ti illudi che con un ostinato controllo delle frontiere tu possa scongiurare il pericolo dell’attacco, la ferita, ma non è così, perché la ferita, non te ne accorgi, la infliggi tu, tutte le volte, chiudendoti sempre più in un bunker da cui osservi gli altri fuori come una minaccia o una delusione. Fidarsi è difficile, lo so. E comporta dei rischi. Grandi. Ma se ci si fida solo a patto che (l’altro non sbagli, non ci faccia soffrire, non ci deluda etc.) quella non è fiducia, quella è rappresaglia. La fiducia è quella del famoso uccello sul ramo che non conta sul fatto che il ramo non spezzi ma sulle sue ali. Scorpione, non lasciare che il comportamento degli altri stabilisca il tuo, questo è il vero potere che gli concedi.

Sagittario, è bello essere ottimisti, è una carta vincente, ci risolleva nei momenti difficili, ci rende resilienti. Ma l’ottimismo non è tutto, è solo una faccia della medaglia. L’altra faccia è la sofferenza di cui nessuno vuole sentire parlare. Lo capisco. Ma ti domandi mai se la sofferenza abbia un senso, un significato? La risposta è si, ce l’ha: ci rende più gentili, più compassionevoli, più disposti ad aiutare gli altri. La sofferenza unisce, umanizza, ci connette agli altri, persino agli sconosciuti. Allora, forse, rifiutarsi di vedere questo lato della medaglia, rifiutarsi di ammettere il nostro dolore, cercando di vedere a tutti i costi solo e sempre il lato positivo, significa anche impedirsi di cucire quelle maglie che sono parte di una rete più grande, una rete umana, che potrebbe accogliere quella sofferenza e risanarla. Mai vorrei che tu perdessi la tua splendida luce, che tanto di esempio deve essere per tutti noi, ma desidererei anche che tu coltivassi maggiormente quel senso di sacralità nei confronti del dolore, tuo e degli altri, che possa aprirti il cuore e renderti più abile nella cura e nella vicinanza di chi ti è caro.

Capricorno, sei incredibilmente efficiente e ciò ti rende insostituibile ma essere insostituibili non è un premio. Tutt’altro, è un giogo, è una trappola, un assoggettarsi a un ruolo che diventa una seconda pelle. La cosa che più desidero per te è che tu comprenda intimamente e profondamente il valore immenso che porti dentro di te e gli renda onore concedendoti spazi di puro divertimento. Vorrei che potessi librarti con la leggerezza di un colibrì ed esplorare la terra con grazia e stupore. E vorrei che capissi che tutto ciò non è impedito da nient’altro che da te stesso. Ci saranno sempre impedimenti, limitazioni, doveri di cui occuparsi. Ci saranno sempre un figlio problematico, una figlia all’esterno, un marito che ha perso il lavoro o un genitore malato. Ma come dice Agassi: la vita ti getta tra i piedi qualsiasi cosa, tranne forse il lavello della cucina, e alla fine anche quello. Sta a te evitare gli ostacoli. Se lasci che ti fermino o ti distraggano, non stai facendo il tuo dovere, e non farlo ti provocherà dei rimpianti che ti paralizzeranno più di una schiena malandata. Fai tutto ciò che è in tuo potere, e anche di più, per evitare i rimpianti. Non domani, ora. Ieri non conta. Ora

Acquario, oggi voglio parlarti del senso di inadeguatezza, quella sottile e onnipervasiva sensazione di non essere all’altezza, di non valere abbastanza, di non essere in grado. Quanto poco gentili siamo con noi stessi nel giudicarci, quanto solerti nel farlo e quanto poco pazienti con i nostri limiti e le nostre imperfezioni. Ti dice niente questo? Non trovi di accanirti eccessivamente contro te stesso richiedendoti standard impossibili e mancando di riconoscere e dare apprezzamento a tutto quello che invece c’è in te di buono, di bello, di pregevole? Io trovo di sì, trovo che uno dei tuoi passatempi ricorrenti sia di evidenziare le pecche ignorando i pregi. E dai retta a me, i pregi sono infinitamente di più, solo che sei talmente focalizzato sull’imperfezione da perderti la meraviglia. Quando si tratta di vederti, ti immagino su una spiaggia, una spiaggia molto bella ma sporca, dove qualcuno ha lasciato dei rifiuti in seguito a un picnic: una bottiglia d’acqua, qualche cartaccia, forse dei mozziconi di sigaretta. Un peccato. Ma è l'ora del tramonto, e di fronte a te si staglia il più bel cielo mai visto, un tramonto da mozzare il fiato. E te lo stai perdendo, perché sei troppo impegnato a lamentarti dei mozziconi di sigaretta. Tesoro, alza gli occhi.

Pesci, siete poeti, musicisti, muse ispiratrici. Siete vento e fuoco allo stesso tempo, acqua limpida e tempesta. Siete tutto e nel tutto ci si perde, si ha bisogno di delimitazioni, di spazi sicuri in cui muoversi o si viene risucchiati e non ci ritrova più. È facile perdersi, per voi di più. E la fuga è il vostro modo di perdervi. Provate a restare. Restare è la vera prova. Affrontare la sfida, non con sofferenza ma con coraggio. Chiedersi: perché sto andando? Mi sto salvando la vita fisica, psichica, emotiva…? Allora vado. Sto fuggendo per paura, perché non so affrontare lo scontro, il confronto, la battaglia? Allora resto. Testa alta, mani sui fianchi e come un supereroe andate incontro al nemico; e scoprirete che quel nemico il 90% delle volte è dentro. È lì che inizia la battaglia, è lì che si vince o si perde. Ma sapete cosa? Non si perde mai, perché ogni volta conquistate un pezzetto in più della vostra anima, e questa è sempre una vittoria. L’unica vittoria.

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