Fiabe evolutive: La principessa sul pisello

«Ogni fiaba è uno specchio magico che riflette alcuni aspetti del nostro mondo interiore, e i passi necessari per la nostra evoluzione dall’immaturità alla maturità.» Bruno Bettelheim

La principessa sul pisello
di Hans Christian Andersen

“La fiaba narra di un principe che voleva sposarsi ma era sconsolato perché nessuna principessa sembrava all’altezza. Una sera di forte tempesta, con fulmini, tuoni, e acqua a catinelle, qualcuno bussa alle porte della città, e il vecchio re va ad aprire. Fuori c’era una fanciulla che dichiara di essere figlia di un re, venuta per il principe. Vedendola trasandata e con gli abiti zuppi, il re non le crede e la invita a tornarsene al suo paese. Ma la regina decide di farla restare e sottoporla a una prova, per verificare se fosse o meno una principessa. Le prepara dunque un letto in una stanza suntuosa e, a sua insaputa, mette sul materasso un pisello, su cui poi fa posare altri 20 materassi e 20 guanciali. La mattina seguente, alla domanda su come avesse dormito, la fanciulla risponde di non aver chiuso occhio perché qualcosa nel letto l’aveva disturbata. La Regina capisce a quel punto di avere davanti a sé una vera principessa e predispone le nozze col figlio. E il pisello? È finitoin un museo, dove, se nessuno è venuto a rubarlo, lo si può ancora vedere. E, come dice la fiaba, questa è una storia vera.” (Se volete leggere la fiaba per intero: La principessa sul pisello)

Il momento di svolta nelle fiabe, come nella vita, è sempre avvolto da una crisi, da un qualche disastro: una perdita, una delusione, un pericolo. In questo caso è il tempo atmosferico: "Una sera di tempesta, con fulmini, tuoni e acqua a catinelle, qualcuno bussò, e il vecchio re andò ad aprire". Il tempo atmosferico rispecchia la condizione dell'anima. L’acqua della pioggia è un richiamo alla vita ma farsi bagnare è anche la minaccia di perdere il calore e le comodità delle nostre certezze. I tuoni sono le nostre vocine interiori, voci di dubbi e di ansie; i fulmini – intuizioni, che però illuminando, possono rivelarci crude verità su noi stessi. È proprio allora, in quello stato di calamità naturale, che qualcuno bussa alla porta dell’anima e ci porta, spesso sotto spoglie improbabili, un dono.

Prima di tutto va detto che non è la ragione che può comprendere quel dono, infatti il Re (il maschile razionale) apre solo la porta poi si dilegua. È invece la Regina (l’intuizione femminile) che coglie un’opportunità e decide di verificare, mettendo alla prova quanto è appena giunto. L’umile ragione non è in grado di appurare l’autenticità del dono ricevuto, solo l’intuito, la fiducia e un cuore coraggioso che non indietreggi di fronte alle apparenze, possono cogliere il valore di ciò che sta accadendo.

Si sa, spesso le apparenze ingannano, soprattutto quando si tratta della vita psichica e spirituale. Il Sé Superiore, la parte saggia di noi, quella incaricata della nostra crescita, della forza interiore e del potere su noi stessi, non si presenta mai con vesti ordinarie. Non è mai prevedibile. Il suo ruolo è spiazzare la ragione per suscitare l’attenzione di qualcun altro, qualcuno capace di intuirne il mistero. Per questo si manifesta sotto false spoglie. Ecco che il potere interiore giunge allora camuffato da debolezza, indigenza, e a volte frustrazione. È come se ci ponesse un quesito, un enigma da risolvere. Richiede la nostra attenzione, esige la nostra dedizione.

La logica della ragione avrebbe immediatamente chiuso la porta, anche con una certa freddezza, lasciando la ragazza in balia del maltempo. Non c’è compassione nel suo gesto, c’è indifferenza o semplice superficialità. Ma la Regina (l’anima, l’intuito) avverte qualcosa, o forse semplicemente suppone, ma sceglie comunque di mettere alla prova. Di concedere un'occasione. La cosa interessante è che la prova qui non è per la fanciulla che deve dimostrare di essere una principessa, quanto per la regina, che non deve cadere nell’inganno di ciò che appare ovvio ma ovvio non è.

Ciascuno di noi deve scegliere di essere re o regina. La scelta sta nel decidere se chiudere la porta di fronte all’improbabile o accogliere gli imprevisti come opportunità nascoste. Scegliere quale atteggiamento tenere di fronte ai temporali, se continuare ad ascoltare i tuoni rombanti o prendere coscienza di ciò che i lampi stanno illuminando. E’ nostro compito stabilire se continuare ad affidarci alla logica della ragione, che tanto può ma non tutto, o aprirci alle intuizioni che giungono come viandanti sprovvisti di documenti.

La fiaba poi ci esorta a decidere se continuare a sopportare quel piccolo pisello sotto al materasso, qualunque cosa esso rappresenti. Nell'anima tutto è enorme, è per questo che, per quanto piccolo, neanche 20 materassi riescono a neutralizzare il pisello. Quel pisello rappresenta l’inconscio che si fa sempre sentire, che ci tiene svegli la notte, parlandoci di tutti i debiti che abbiamo contratto verso noi stessi: le passioni, i desideri, la strada verso noi stessi.

Quel pisello sotto il materasso, è l’incomodo, il disturbo, è colui ci tiene svegli esortandoci a manifestare la nostra natura regale, il nostro lignaggio. Ci chiede di realizzare le nozze sacre con noi stessi.

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