«Ogni fiaba è uno specchio magico che riflette alcuni aspetti del nostro mondo interiore, e i passi necessari per la nostra evoluzione dall’immaturità alla maturità.» Bruno Bettelheim
La principessa sul pisello
di Hans Christian Andersen

Il momento di svolta nelle fiabe,
come nella vita, è sempre avvolto da una crisi, da un qualche disastro: una
perdita, una delusione, un pericolo. In questo caso è il tempo atmosferico:
"Una sera di tempesta, con fulmini,
tuoni e acqua a catinelle, qualcuno bussò, e il vecchio re andò ad aprire".
Il tempo atmosferico rispecchia la condizione dell'anima. L’acqua della pioggia
è un richiamo alla vita ma farsi bagnare è anche la minaccia di perdere il
calore e le comodità delle nostre certezze. I tuoni sono le nostre vocine
interiori, voci di dubbi e di ansie; i fulmini – intuizioni, che però illuminando, possono rivelarci crude verità su noi stessi. È proprio allora, in
quello stato di calamità naturale, che qualcuno bussa alla porta dell’anima e
ci porta, spesso sotto spoglie improbabili, un dono.
Prima di tutto va detto che non è
la ragione che può comprendere quel dono, infatti il Re (il maschile razionale)
apre solo la porta poi si dilegua. È invece la Regina (l’intuizione femminile)
che coglie un’opportunità e decide di verificare, mettendo alla prova quanto è
appena giunto. L’umile ragione non è in grado di appurare l’autenticità del
dono ricevuto, solo l’intuito, la fiducia e un cuore coraggioso che non
indietreggi di fronte alle apparenze, possono cogliere il valore di ciò che sta
accadendo.
Si sa, spesso le apparenze
ingannano, soprattutto quando si tratta della vita psichica e spirituale. Il Sé
Superiore, la parte saggia di noi, quella incaricata della nostra crescita,
della forza interiore e del potere su noi stessi, non si presenta mai con vesti
ordinarie. Non è mai prevedibile. Il suo ruolo è spiazzare la ragione per
suscitare l’attenzione di qualcun altro, qualcuno capace di intuirne il
mistero. Per questo si manifesta sotto false spoglie. Ecco che il potere
interiore giunge allora camuffato da debolezza, indigenza, e a volte
frustrazione. È come se ci ponesse un quesito, un enigma da risolvere. Richiede
la nostra attenzione, esige la nostra dedizione.
La logica della ragione avrebbe
immediatamente chiuso la porta, anche con una certa freddezza, lasciando la
ragazza in balia del maltempo. Non c’è compassione nel suo gesto, c’è
indifferenza o semplice superficialità. Ma la Regina (l’anima, l’intuito)
avverte qualcosa, o forse semplicemente suppone, ma sceglie comunque di mettere
alla prova. Di concedere un'occasione. La cosa interessante è che la prova qui
non è per la fanciulla che deve dimostrare di essere una principessa, quanto
per la regina, che non deve cadere nell’inganno di ciò che appare ovvio ma
ovvio non è.
Ciascuno di noi deve scegliere di
essere re o regina. La scelta sta nel decidere se chiudere la porta di fronte
all’improbabile o accogliere gli imprevisti come opportunità nascoste. Scegliere
quale atteggiamento tenere di fronte ai temporali, se continuare ad ascoltare i
tuoni rombanti o prendere coscienza di ciò che i lampi stanno illuminando. E’
nostro compito stabilire se continuare ad affidarci alla logica della ragione,
che tanto può ma non tutto, o aprirci alle intuizioni che giungono come
viandanti sprovvisti di documenti.
La fiaba poi ci esorta a decidere
se continuare a sopportare quel piccolo pisello sotto al materasso, qualunque
cosa esso rappresenti. Nell'anima tutto è enorme, è per questo che, per quanto
piccolo, neanche 20 materassi riescono a neutralizzare il pisello. Quel pisello
rappresenta l’inconscio che si fa sempre sentire, che ci tiene svegli la notte,
parlandoci di tutti i debiti che abbiamo contratto verso noi stessi: le
passioni, i desideri, la strada verso noi stessi.
Quel pisello sotto il materasso,
è l’incomodo, il disturbo, è colui ci tiene svegli esortandoci a manifestare la
nostra natura regale, il nostro lignaggio. Ci chiede di realizzare le nozze
sacre con noi stessi.
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