I meccanismi di difesa in astrologia


I meccanismi di difesa sono funzioni proprie dell'Io. Sono comportamenti appresi durante l’infanzia che hanno come finalità quella di proteggere, di tutelare il soggetto da sensazioni negative, quali il senso di inadeguatezza, di incapacità e così via. Essi sono stati studiati per primi da Freud e sono suddivisi in diverse categorie. Non essendo una psicologa non mi addentrerò ulteriormente nell’argomento, ma voglio parlare di due di questi meccanismi, la negazione e la rimozione, da un punto di vista astrologico.

Astrologicamente parlando, la negazione e la rimozione sono due funzioni che attengono a Saturno, pianeta incaricato della nostra difesa, fisica e psicologica. Saturno, l’abbiamo detto tante volte, è struttura che, in condizioni estreme, può trasformarsi in iper-struttura.

Saturno governa il segno del Capricorno, posizionato esattamente di fronte al Cancro, governato dalla Luna, pianeta che simboleggia i bisogni dell’individuo. Questo asse Luna/Saturno rappresenta la necessità dell’individuo di strutturarsi nel tempo (Saturno) per divenire sempre meno dipendente dai bisogni e raggiungere una effettiva autonomia psico-emotiva.

Diventare indipendenti dai bisogni non significa però negarli, né tanto meno rimuoverli cosa che, in circostanze avverse (vale a dire principalmente da piccoli, quando ci troviamo nell’impossibilità di vedere soddisfatti quei bisogni) molto frequentemente avviene. E’ qui che interviene Saturno.

Quando un bisogno fondamentale, infatti, non viene recepito e soddisfatto (ad esempio il bisogno di cura, nutrimento affettivo o di protezione) la psiche deve proteggersi dai sentimenti negativi e dal dolore che questo comporta, e per fare ciò rimuove il bisogno stesso. A dire: poiché ho fame ma nessuno mi dà da mangiare smetto di sentire i morsi della fame (ma il mio organismo, ciò nonostante, continua a deperire).

Il sistema si adatta e si va avanti.

Naturalmente è stata operata un’amputazione, per cui il sistema risulta disfunzionale in termini assoluti, ma è funzionale nel presente, perché permette la sopravvivenza psicologica in quel dato momento (da adulti dovremmo recuperare ciò che è stato rimosso e reintegrarlo nell’identità cosciente).

Ora avviene che col tempo quella rimozione si cronicizzi, facendo addirittura dimenticare l’esistenza del bisogno originale il quale, è bene ricordarlo, non è scomparso, ma è solo non percepito a livello cosciente. Ciò significa che, inconsciamente, continua ad esistere e a premere.

Rimuovere qualcosa può essere ‘sano’ in un dato momento della nostra vita ma col tempo diviene poco salutare (a volte anche pericoloso) nonché estremamente faticoso, poiché impedire che il rimosso venga in superficie richiede un enorme (sebbene inconsapevole) dispendio di energie.

In astrologia, capire se vi è una maggiore o minore predisposizione a questi meccanismi di difesa è piuttosto facile: gli aspetti dei luminari (Sole e Luna) con Saturno indicano infatti (tra le altre cose) questa propensione.

Ora accade che quando questi soggetti si trovano a contatto con qualcuno capace di esprimere i propri bisogni (di chiedere aiuto, di appoggiarsi agli altri senza scivolare nella dipendenza) restano spiazzati.

Qui si possono avere diversi tipi di atteggiamenti a seconda del carattere (sminuire l’altro, giudicarlo troppo viziato, trattarlo come un bambino etc) ma in ogni caso c’è una reale incapacità di capirlo, o meglio di capire che chiedere non significa dipendere né pretendere, ma significa semplicemente riconoscere uno spazio legittimo a un bisogno (che può essere anche semplicemente quello di avere qualcuno che ti prepari una tisana di zenzero quando hai la nausea).

Se voi chiedete a un Sole/Saturno se vuole qualcosa, al 90% egli vi risponderà che può fare da solo. E certo che può, ma la domanda è: deve?

Dunque il quesito amletico da porre ai saturniani è: è vero che puoi farlo da solo ma puoi anche accettare che qualcuno altro lo faccia per te?

La risposta implicita è, naturalmente: no, non posso. Perché nessuno lo ha mai fatto per me, pertanto non sono abituato e non so come si fa.

Credo che la più grande difficoltà dei saturniani sia quella di accettare che nessuno può farcela da solo, o meglio ancora che nessuno deve farcela da solo.

Chiedere un aiuto, piccolo o grande che sia, non equivale ad ammettere una propria incapacità (che si tradurrebbe in una dipendenza) ma a legittimare una momentanea condizione di vulnerabilità che può essere colmata dall’esterno senza mettere a repentaglio l’intero sistema.

Vale a dire: posso farmela da solo la tisana di zenzero? Certo. E se necessario la farò. Ma se se c’è qualcuno che me la fa è meglio, dunque perché non chiedere? Ciò equivale ad essere viziati, dipendenti o egocentrici? No. Significa solo accettare il proprio (legittimo) bisogno di aiuto, rispettando al contempo il diritto dell’altro di rifiutarti suddetto aiuto.

Ma il saturniano non chiede anche perché non è in grado di accettare il rifiuto, che riaprirebbe una ferita troppo dolorosa, quella di quand’era piccolo - e allora sì che aveva davvero bisogno - e tuttavia non è stato ascoltato.

Allora accade che cose normali, come dare per scontato che qualcuno ti dia una mano se, chessò ti rompi una gamba, vengano viste dai saturniani come pretese o capricci o, addirittura, come manifestazioni di egocentrismo.

Il fatto è che la richiesta che viene messa in campo da chi il bisogno non l’ha rimosso, viene recepita dal saturniano come inadeguata o eccessiva, avendo lui perso ogni contatto cosciente con quello stesso legittimo bisogno, che giace sotto la coltre della consapevolezza.

Dare per scontato non significa non essere grati. La gratitudine è dovuta per ogni atto di gentilezza, amorevolezza o semplice attenzione nei confronti di un altro essere vivente; ma questo non può indurre a credere che quando una madre si prende cura di una figlia malata, o un figlio di un genitore anziano, quando un amico si preoccupa per te, o anche quando un semplice estraneo si ferma lunga la strada per chiederti se hai bisogno, tutto questo possa essere considerato un evento straordinario, qualcosa di cui stupirsi come fosse l’eccezione.

Perché, nonostante le cose nel mondo non stiano andando al meglio ultimamente, l’eccezione non può essere il prendersi cura degli altri, e deve essere, invece, il non farlo.

È vero che niente è scontato eppure certe cose dovrebbero esserle.
E lo stesso, possiamo esprimere la nostra gratitudine perché avvengono.
Così come siamo grati al sole che sorge ogni mattina, fonte di vita e di calore, che pure diamo per scontato che sorga domattina.

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