Il progetto del Sole in Scorpione, secondo Lidia Fassio


di Lidia Fassio

Lo Scorpione è un segno che è in rapporto molto stretto con le pulsioni inconsce, legato a doppio filo alla dinamica vita/morte. Appartiene ad un elemento ricettivo-reattivo femminile (l’acqua), però ospita i due pianeti più rappresentativi dell’energia maschile (Plutone e Marte). Questa apparente contraddizione indica una natura di base informe, compulsiva e sempre in movimento, capace di scuotersi al più piccolo turbamento per salire in superficie con una serie di azioni imprevedibili, viscerali ed irrazionali. 

Lo Scorpione è mosso dal suo “sentire”, pero’ comincia a porsi la problematica di riuscire a controllare e infine a padroneggiare ciò che arriva da dentro, in modo da non essere succube delle proprie pulsioni e della propria emotività. Le energie maschili di forza, fecondità, creatività ed azione devono trovare una via di uscita attraverso un canale che, in questo segno, non può ancora essere diretto, ma sempre indiretto. Questa è la ragione per cui uno Scorpione non attacca mai per primo; è il giocatore di scacchi che lascia la prima mossa all’avversario, pronto a rispondere nel modo meno previsto. 

Si sente spesso dire che gli Scorpioni sono infidi, falsi, viscidi e violenti e questo può anche essere vero, però tutto ciò non è gratuito ma è dovuto quasi sempre alle difese che hanno dovuto costruire in un’età particolare della vita, per proteggere la loro esasperata sensibilità emotiva che metteva in discussione la loro stessa sopravvivenza. Hanno quasi sempre captato atmosfere strane, torbide, miste a sensazione di morte ed hanno sviluppato un controllo assoluto sulle loro emozioni, avendo precocemente percepito che queste potevano essere pericolose a causa della loro stessa vulnerabilità. Spesso hanno anche dovuto “falsare” le loro percezioni o addirittura la loro identità vera per guadagnarsi quelle attenzioni di cui hanno bisogno , soprattutto per ottenere una tranquillità di tipo emotivo, che serva a superare la paura della distruzione. 

Il simbolo più eclatante di questo segno è proprio lo scorpione, il piccolo animaletto dotato di un pungiglione velenoso, capace di dare la morte. 

Le strategie che mette in atto questo animale possono rendere più semplice la comprensione del comportamento dei nativi. Lo scorpione non attacca mai per primo, però se viene provocato sa reagire in modo determinato e sicuro; si tratta quindi di REAZIONE e non di AZIONE. Se viene imprigionato e non ha possibilità di scampo, preferisce trafiggersi e darsi la morte piuttosto che cadere in mano del nemico; possiede qualità materne che rasentano l’abnegazione di sé, poiché nel caso in cui non riesca ad alimentare i suoi piccoli permette loro di divorarlo perché possano salvarsi la vita. Queste tre peculiarità, peraltro molto insolite, permettono di riabilitare questo piccolo essere, che gli uomini temono e non apprezzano più per la sua forma che non per quanto in realtà sia. Lo scorpione è quindi un essere estremamente coraggioso, non violento ma preparato alla difesa; capace di autodeterminarsi piuttosto che essere vittima di qualcun altro; legato in modo indissolubile al concetto vita/morte, al punto da operare la morte per garantire la vita. L’altra peculiarità è quella del veleno, che rappresenta anche la sua linfa vitale, visto che quando è costretto ad usarlo annienta anche se stesso. 

Il problema è quello della presa di coscienza del potere che possiedono: gli Scorpioni, infatti, quando usano il loro veleno coltivando strategie di vendetta e di distruzione, covano odio e risentimento nel loro cuore e questo pian piano distrugge anche la loro vita. Devono a lungo lottare con questa strana dinamica, condannati come sono al crudele gioco della difesa, che però risulta distruttiva anche per se stessi. Solo quando avrà cauterizzato le sue ferite interne, fatto luce sui suoi risentimenti e sull’odio viscerale che lo muove, lo Scorpione potrà usare il suo immenso potere per guarire prima se stesso e poi coloro che ha vicino. Il simbolo di questo segno è ben rappresentato dal mito di Ereshkigal "Dea degli Inferi" e della sorella Inanna "Dea dei Cieli". 

Il mito di Inanna:
Inanna decide di scendere negli Inferi a trovare la sorella Ereshkigal nel giorno in cui questa sta seppellendo il marito, quindi è piena di rabbia, di dolore, di rancore e di odio per la perdita subita. Inanna è assolutamente inconsapevole di cosa l’attenderà laggiù, anzi lei si aspetta gratitudine ed onore per il suo gesto. Ereshkigal invece la fa spogliare completamente, la umilia e quindi la appende letteralmente ad un gancio piantato nella parete e la lascia lì, affinché muoia lentamente per dissanguamento. In questa lunga agonia Inanna è obbligata a vedere tutto ciò che accade nel mondo degli Inferi, a prendere coscienza ed a capire la desolazione e la morte che regnano laggiù. Inanna viene poi salvata dalla sua governante, che non vedendola ritornare dopo tre giorni chiede aiuto ad una Dea del mare, la quale invia nel regno degli Inferi delle creature orrende e luttuose che sono disposte a scendere e ad affrontare Ereshkigal. Questi esseri si prestano ad intraprendere il viaggio carichi di doni da consegnare alla regina degli Inferi che, venendo accettata ed onorata, decide di ricompensarli concedendo la grazia ad Inanna. 

Questo mito termina con due momenti salienti: quando le due sorelle si salutano, Ereshkigal si accorge di essere incinta, a conferma del fatto che ogni lutto racchiude in sé i semi di una nuova vita; infine Ereshkigal dice ad Inanna di fermarsi durante il ritorno a raccogliere ciò che lei ha messo vicino alle 7 porte che delimitano il suo regno, poiché questo sarà il suo personale regalo da portare nel regno dei Cieli. Ad ogni porta Inanna trova una pietra, ma quando sarà risalita alla luce del Sole si accorgerà che si tratta invece di 7 gioielli purissimi.

In questo mito c’è tutto il simbolismo dello Scorpione diviso in sei fasi: 

1. La discesa agli Inferi, un percorso obbligato per uno Scorpione affinché possa comprendere quali sono le dinamiche inconsce che determinano i suoi comportamenti e le sue reazioni.

2. Vedere cosa c’è laggiù simboleggia il percorso di dolore e di morte necessario per poter cauterizzare le ferite rimaste aperte, ancora purulenti e sanguinanti.

3. Il simbolo della nudità, che psicologicamente rappresenta la necessità di rinunciare a tutte le difese quando si intraprende il viaggio della conoscenza di sé.

4. Il perdono e la grazia che Ereshkigal concede dopo essere stata onorata, che simboleggia come per guarire dalle qualità negative occorra prima riconoscerle, onorarle e perdonarle in quanto ci appartengono anch’esse. 

5. La gravidanza, che simboleggia i semi che si piantano durante questo percorso e che daranno i loro frutti. 

6- I gioielli regalati ad Inanna stanno ad indicare che i tesori di ognuno di noi sono seppelliti sotto montagne di scorie, di dolori e di rancori, che occorre prima vedere e ripulire. Questo è uno dei miti più belli in assoluto ed è legato al segno che più mostra contraddizioni, poiché possiede le qualità più infime ma anche le più nobili.

Fonte: Eridano School

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