Saturno e Plutone, gli Dèi che ci salvano la vita


I pianeti sono energie, e come qualunque fonte di energia (in realtà come qualunque cosa nell’universo) non sono di per sé né buoni né cattivi, dipende da che uso se ne fa. Basti pensare all’energia nucleare e alla bomba atomica.

Vero è, che noi umani siamo soliti definire buono o bene ciò che è piacevole, mentre tendiamo a considerare cattivo o malvagio ciò che è spiacevole. Ma il concetto di piacevole e spiacevole è legato esclusivamente all’Io, ossia a una parte di noi molto limitata.

Sin da piccoli impariamo che la medicina cattiva ci fa stare meglio. Il consiglio dunque sarebbe quello di uscire dalla dicotomia piacevole/spiacevole per affacciarsi a quella di ‘utile/inutile’ o ancora meglio ‘utile/dannoso’. Si sa, le cose facili sono sempre meno godute, checché se ne dica. Certo, lungi da me propagandare il concetto che nella vita tutto va conquistato col sudore. Di tanto in tanto è lecito, e persino opportuno, desiderare qualcosa di facile, un regalo dell’universo. I regali sono sempre ben accetti. Tuttavia, questo atteggiamento, se portato all’eccesso, provoca una vera e propria amputazione esistenziale che ci impedisce di cogliere il valore inestimabile dello sforzo, dell’impegno e del dolore finanche, quando fosse necessario a porre fine a una sofferenza ben più grande. Per portare un esempio un po’ estremo, è il caso dell’arto in cancrena il cui taglio salva la vita all’organismo.

Ora, senza arrivare a concetti tanto raccapriccianti, ci basti riflettere su quante volte, un sacrificio di qualche genere è stato propedeutico all’ottenimento di un bene più grande. È per quello che si dice sacrificare, che significa, letteralmente, ‘fare sacro’.

In quest’ottica voglio accennare ai due pianeti più bistrattati dell’astrologia, sempre approcciati con grande circospezione, sospetti e spesso paura: Saturno e Plutone. Dunque, ecco in breve, davvero in breve, le immagini che possiamo collegare a questi due grandi archetipi (perché si sa, l’inconscio parla per immagini e quindi è meglio visualizzare che ragionare con loro) affinché noi si possa cominciare a ragionare sul significato vero, profondo e costruttivo di questi due Dèi.

Saturno: Saturno è come andare in palestra. Avete presente? Che fai una fatica pazzesca, soprattutto all’inizio se non sei allenato (anche Saturno è così, è tanto più faticoso quanto meno sei ‘allenato’ alla sua energia) e non c’hai voglia, mai. E dici uh che palle, stasera devo andare in palestra. E perché ci vai? Senso di disciplina, talvolta senso di colpa (due cose entrambe legate a Saturno, disciplina e colpa). E allora ci vai. Ti trascini in palestra. E quando sei lì, e cominci a faticare, sì, sei stanco, ma poi il corpo comincia a produrre endorfine e tu ti senti bene e quando esci sei quasi sempre contento. Stanco, ma contento. A volte non sei contento subito, nonostante le endorfine, perché sei troppo stanco, ma dopo, col tempo, quando cominci a vedere i risultati e sei fiero di te, allora sei proprio contento. Anche perché i muscoli si rafforzano e il lavoro diventa meno faticoso, sei in grado di fare cose, che prima ti costavano uno sforzo immane, con molta più agilità. Lo sforzo, l’impegno, la costanza hanno ripagato. E ti senti fiero di te. Questo è Saturno.

Oppure quando decidi che vuoi iniziare a correre, e magari sei pure fumatore, e all’inizio sei sfranto, e ti chiedi chi te l’ha fa fare, che tra un metro crolli a terra e ti devono venire a recuperare con la gru. Ma non molli, vai avanti, giorno per giorno e più vai avanti e più diventi veloce, resistente, il fiato comincia a rompersi e ti senti leggero. Questo è sempre Saturno.

Plutone. Plutone è l’amputazione del braccio di cui sopra. È tosto, non lo nego, ma è quell’energia vitale che ci salva la vita. Plutone è come quando esci da una relazione malata che ti stava devastando dall'interno. Chi ha vissuto una relazione disfunzionale e intossicante sa a cosa mi riferisco. Ci si sente annullati,  in balia di qualcosa di più grande; fino al giorno in cui, in qualche modo, troviamo la forza di venirne fuori, arrancando. Trascinandosi sui gomiti, si lotta sino allo stremo delle forze, per riuscire a mettersi al riparo, a rompere la dipendenza, la prigionia - da noi stessi realizzata. 

Quando finalmente si riesce a liberarsi dall'asservimento, ci si ritrova totalmente privi di forze, stremati al punto da non potere gioire. Poi accade, piano piano, dopo un lungo periodo di convalescenza, che qualcosa ricomincia a scorrere, si riprende a sentire la vita, ci si affaccia all’aperto, timidamente; si percepisce sulla pelle la luce del sole, e lì, lentamente ma inesorabilmente avviene la rinascita. Rifiorisci, come la Rosa di Jericho, che sembra morta ma non lo è. La vita torna a manifestarsi in tutto il suo splendore. Non ci siamo mai sentiti così vivi, forti, potenti. Siamo salvi. Questo è Plutone.

Plutone è il momento, tipico di ogni grave dipendenza, in cui ci troviamo sull’orlo del baratro, tra la vita e la morte, pronti a iniettarci la dose letale (poco importa che sia eroina, privarsi di cibo e arrivare a pesare poco più di un fuscello, o finire in bancarotta per colpa del gioco). È il momento decisivo, in cui qualcuno, qualcosa (una forza primordiale dentro di noi) contro la nostra volontà ci ammanetta al termosifone, ci obbliga alla disintossicazione. La battaglia ha inizio, sino all'espulsione dell’ultimo atomo di sostanza tossica nel nostro organismo. Ed è lì che vinti, sopraffatti dalla battaglia, siamo finalmente salvi. Questo è Plutone.



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