I transiti di Plutone

La prima immagine che Plutone evoca è un concentrato di energia densa e scura che fa venire i brividi alla schiena; è un’immagine che consente di entrare in una dimensione “infera” che ha lo scopo di iniziarci ad un viaggio di “trasformazione” facendoci sperimentare  tonalità “depressive” nel senso più reale di questa parola. Tutto ciò che Plutone tocca non sarà mai più come era prima ed è per questo che in esso vi è una dimensione “luttuosa” che ci consente di prendere congedo da ciò che eravamo e non siamo più, da ciò che è stato e non è più, da ciò che ci è appartenuto e non ci appartiene più. 

Ogni qualvolta veniamo a contatto con Plutone, siamo chiamati a separarci e a lasciar andare qualcosa a cui siamo stati legati intensamente e visceralmente; qualcosa che ci è appartenuto e ci ha difeso ma che ora non ci serve più e, anzi, ostacolerebbe la nostra crescita; qualcosa a cui siamo stati aggrappati e che ora non è più in linea con il nostro interno che è già cambiato e trasformato in attesa che la stessa operazione venga fatta all’esterno, dalla coscienza. 

L’intervento si presenta necessario e provvidenziale ma non per questo facile da accettare per l’Io che sente di perdere dei pezzi sperimentando obbligatoriamente un senso di frammentazione e, soprattutto, un senso di impotenza e di mortalità, di sicuro non graditi. Spesso, durante un transito di Plutone, usiamo la frase “sono a pezzi” che simboleggia realisticamente il nostro vero stato interiore.   Non dobbiamo però pensare solamente alla morte o al congedo da persone, perché Plutone non riguarda solamente questi temi specifici, o almeno non esclusivamente; molto più spesso di quanto si pensi i suoi transiti ci ricordano che: 

-         dobbiamo congedarci da meccanismi di difesa inutili e obsoleti che limitano la nostra evoluzione ed espansione;   
-         dobbiamo prendere le distanze da emozioni negative che sono diventate corrosive tanto da avvelenare il nostro mondo ricettivo fino a non permetterci di sperimentare correttamente i sentimenti;  
-         dobbiamo separarci da schemi mentali superati che, qualora persistessero, impedirebbero qualsiasi tipo di trasformazione e di cambiamento, bloccandoci in una chiusura che di per sé sarebbe involutiva e mortifera; 
-         in una parola, dobbiamo andare verso un rinnovamento per vedere il quale dobbiamo prima passare attraverso una crisi profonda ma necessaria: una vera e propria catarsi.   

Plutone sembra suggerirci all’orecchio che se non ci confrontiamo ciclicamente con ciò che non è più all’altezza della nostra evoluzione non saremo mai in condizione di sperimentare il nostro “potere personale” e, di conseguenza, non ci avvicineremo alle nostre reali motivazioni e intenzioni e alla verità profonda; solo queste possono condurci a comportamenti e direzioni che ci facciano sentire pienamente in linea con il nostro progetto. 

Estratto di un articolo di Lidia Fassio pubblicato sulla rivista Albatros n. 1 – Ottobre 2007

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