Il progetto solare del Capricorno

La parola chiave del Capricorno è: autonomia. Autonomia significa bastare a sé stessi, essere indipendenti, saper stare in piedi sulla propria schiena. Questo è il compito che ogni Capricorno è destinato a realizzare e il motivo per il quale, spesso, esso si ritrova ad assumersi, suo malgrado, grandi responsabilità, tanto da dovere, a volte, crescere anzitempo. Bastare a sé stesso significa innanzitutto saper nutrire quei bisogni emotivi e psicologici che generalmente il Capricorno ha imparato a congelare, impegnandosi principalmente su un piano materiale sul quale è, quasi sempre, molto indipendente. Per fare questo, dovrà recuperare quella Luna che è nel segno del Cancro, suo dirimpettaio, e che rappresenta tutto quello che spesso il Capricorno non ha avuto da piccolo e che ha quindi finito con l’ignorare.

Nella vita dei Capricorno infatti, nutrimento, protezione e accudimento sono spesso mancati e ciò rende complicato questo percorso di indipendenza. Egli è cresciuto imparando a fare da solo, e questo è ciò che lo induce a negare alcuni bisogni fondamentali, fino al punto di rimuoverli completamente. Il compito del segno è, divenuto grande, di recuperare e integrare quei bisogni rinnegati, per trasformare la resistenza in forza e la negazione in maturità, e per assumersi la responsabilità di ciò che prova, imparando a governare invece di reprimere e controllare. Parola chiave del segno è infatti anche padroneggiamento che è la capacità di gestire autonomamente i propri bisogni senza doverli negare nella convinzione (che spesso copre una paura) che non vengano riconosciuti da fuori. Quando questo passaggio non viene compiuto, di fatto il Capricorno più che forte diventa rigido perché è l’unico modo per riuscire a stare in piedi, ostentando una autonomia che in realtà copre una fragilità e delle mancanze interne.

La sua struttura psicologica lo induce naturalmente, ma non senza sforzo, ad assumersi tutte le responsabilità del mondo che tuttavia, soprattutto in assenza di un percorso di consapevolezza, il più delle volte sono mosse più dal dovere che dal volere. Il Capricorno ha, infatti, un grandissimo senso del dovere, accompagnato da una predisposizione ai sensi di colpa, che lo induce a rispondere quasi sempre alle aspettative altrui. Il dovere sostituisce la responsabilità, che richiede invece una struttura interna solida in grado di non lasciarsi schiacciare dalle richieste esterne.  Uno dei suoi compiti sarà dunque trasformare il dovere in responsabilità, superando il senso di colpa, e imparando a tollerare la frustrazione che deriva dal disattendere le aspettative altrui. L’autonomia che il segno è chiamato a conquistare è rappresentata infatti, anche dal cessare di rispondere a una autorità esterna, che è all’origine della colpa e del dovere, cominciando a riconoscersi un’autorità interna, capace di prendere le sue decisioni indipendentemente dalle richieste che vengono da fuori.

Altro tema del segno è proprio la lotta con l’autorità, poiché il Capricorno, in assenza di un percorso evolutivo individuale, tende a rispondere con una concezione ereditata di giusto e sbagliato, perché il riconoscimento degli altri sostituisce la mancanza di una struttura maschile interna. Sarà suo compito, dunque, sostituire la struttura collettiva con qualcosa di personale, operando quel passaggio dal dovere alla responsabilità che risiede nella capacità di seguire una propria morale interiore. Questo dipenderà, imprescindibilmente, dal superamento del bisogno di riconoscimento e legittimazione da parte degli altri.

Il Capricorno vive spesso una perdita dell’infanzia perché, sin da piccolo, gli è stato richiesto un ruolo molto più adulto dell’età che aveva, e questo è all’origine della falsa struttura con cui, per anni, va avanti. Questa corazza, che il Capricorno utilizza per farsi carico di tutto ciò che sente il dovere di accollarsi, rischia nel tempo di imbrigliarlo. È un’armatura che lo protegge dalla sofferenza e che spesso viene scambiata per insensibilità. Questa insensibilità è solo apparente perché in realtà nasconde un bisogno di difendersi dalla nostalgia della Luna, ossia di quel mondo infantile, protettivo e nutriente, che non ha potuto sperimentare. Per questo, parte integrante del suo percorso sarà proprio di ricontattare il bambino interiore e avviare un dialogo con lui, riconoscendone i bisogni.

Il Capricorno è chiamato a smantellare, pezzo dopo pezzo, la corazza costruita negli anni, che da piccolo gli ha permesso di sopravvivere. Per fare questo, dovrà vincere tutte le sue paure, a cominciare da quella di fallire, paura che genera uno spiccato senso di perfezionismo, tipico del segno.  Il perfezionismo è uno dei più grandi limiti del Capricorno che, se non può fare una cosa alla perfezione (possibilmente anche flagellandosi di tanto in tanto), allora non la fa per niente. Il perfezionismo diventa dunque un alibi per non testarsi che attiva un numero imprecisato di resistenze interne, a causa delle quali finisce col rinunciare a molte opportunità. La rinuncia è sempre un pretesto per non ammettere le sue fragilità e le sue paure.

Una delle paure più grandi del Capricorno è la dipendenza; essa è alla base della sua predisposizione a farsi carico di tutta una serie di cose che spesso non gli competono ma che gli danno l’illusione di essere indipendente. Egli dovrà imparare che l’autonomia passa anche nel non permettere ad altri di dipendere da lui, altrimenti si troverà sempre vincolato in meccanismi emotivi e relazionali che ostacolano il suo processo di libertà. Il passaggio dal dovere alla responsabilità consiste, quindi, anche nel lasciare che gli altri siano responsabili di sé stessi, cessando di rispondere alle richieste che si agganciano al suo bisogno di riconoscimento o che fanno leva sui suoi sensi di colpa. Riconoscere questa dipendenza, nascosta sotto una pretesa di autonomia, è una delle cose più difficili per questo segno. Il suo vuoto interiore, la sua fragilità, sono ben mascherate, e lui stesso fatica a riconoscerne l’esistenza.

Il Cancro, in opposizione, lo invita a fare proprio questo: accogliere le sue fragilità, scongelare le emozioni, fare i conti con la sua infanzia ricontattando il bambino interiore al fine di potere, ormai adulto, dargli quel nutrimento che non ha avuto a suo tempo. Dall’Ariete in quadratura, il Capricorno dovrà imparare a recuperare la spontaneità e l’immediatezza per bilanciare l’eccesso di controllo e la rigidità del segno.  Infine Venere, dalla Bilancia, gli ricorda che la scelta, per sua natura, è tale solo se basata su sentimenti e valori autentici e non può essere mossa dal senso del dovere o diventa coercizione.

Quando il nostro Capricorno riuscirà a liberarsi da questi condizionamenti e a mettersi al timone della sua vita, egli diverrà, come Crono/Saturno, suo governatore, un grande saggio, re dell’Isola dei Beati, e Signore dell’età dell’Oro, una èra di ricchezza e prosperità in cui potrà vivere felice e libero dagli affanni.


A tutti i Capricorno, dedico la poesia di William Ernest Henley

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un abisso che va da un polo all'altro,
Ringrazio gli dei qualunque essi siano
Per la mia indomabile anima.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e di lacrime
Incombe solo l'Orrore delle ombre,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino: 
Io sono il capitano della mia anima.

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