Liz Greene considera Chirone come
essenziale per approfondire e comprendere la consapevolezza solare poiché, al
fine di vivere la vita pienamente, bisogna confrontarci con la parte in noi che
sceglierebbe piuttosto la morte.
La volontà di vivere è un grande
mistero. In alcuni casi il desiderio di vivere può non essere quello che spesso
si dichiara di avere: possiamo urlare che abbiamo voglia di vivere ma, da
qualche parte, dentro di noi vogliamo solo "andare a casa" e questa
sete di oblio può essere più potente di qualsiasi conscia dichiarazione di
intento a "star meglio". Molte persone reagiscono ai problemi e ai
dolori con risposte creative, trasformando così le loro prospettive e perfino a
volte le stesse circostanze di vita. Altri diventano amareggiati, disperati,
ritrovandosi a vivere in un mondo grigio e a perdere addirittura la voglia di
vivere.
Non c'e' una formula facile per
determinare perché alcuni individui superano le sfide della vita, nonostante
gravi disgrazie e handicap, mentre altri girano le spalle al futuro anche
laddove la fortuna li favorisce. E la perdita della volontà di vivere non
sempre produce l'autodistruzione. Può trasformarsi sia nella voglia di
distruggere gli altri che - ad un livello profondo e inaccessibile - in una
proiezione della vittimizzazione e disperazione sugli altri che dà
all'individuo l'illusione di essere sufficientemente forte e in pieno controllo
della propria vita. Così coloro che segretamente hanno perso la volontà di
vivere cercano, in extremis, di sottrarre gioia agli altri, trovando così un
capro espiatorio da relegare insieme a tutta la loro disperazione.
Come altri misteri, questo può
avere la sua origine nell'enigma inerente al carattere individuale ed il cielo
natale può fornirci molti spunti sui modelli che formano quel carattere. Come
con qualsiasi altra polarità insita nella vita, noi astrologi abbiamo bisogno
di esaminare la polarità dei pianeti. La polarità Speranza/Disperazione può
essere illustrata attraverso il simbolismo della polarità di Sole/Chirone.
Lo psicoanalista Micheal Balint
scrisse che alla radice di ogni malattia, sia fisica che psicologica, risiede
una ferita sostanziale, un conflitto interno che sembra insormontabile e che
può generare rabbia, amarezza e perdita di volontà di vivere. Se da un lato
questa affermazione non implica nessuna colpa individuale, certamente ci
suggerisce che se il conflitto viene reso consapevole c'è una buona possibilità
che molte delle malattie fisiche o psicologiche vengano modificate o affrontate
in modo diverso e più positivo.
Se Chirone lavora contro il Sole
e lo sovrasta, il risultato può essere la depressione, perdita di fiducia, un
senso permanente di ferimento. Si diventa cinici, ci si aspetta il fallimento e
dato che lo si aspetta, è probabile che avvenga. Sentirsi vittima o capro
espiatorio può essere un'esperienza molto intensa. Oppure si può proiettare il
proprio essere feriti sugli altri e renderli vittime o capri espiatori. Se falliamo
nell'accorgerci di questo senso di amarezza e di ferimento possiamo divenire
arroganti e crogiolarci nei nostri progressi spirituali, guardando dall'alto in
basso coloro che riteniamo essere meno evoluti di noi. Possiamo anche diventare
intolleranti e perfino crudeli verso coloro che inavvertitamente ci ricordano
che li stiamo ferendo. Cosicché la ferita si esulcera nell'ombra.
Ma l'immagine greco-romana di
Chirone che porta il bambino divino sulle spalle ci racconta anche che questi
due simboli antitetici possono lavorare insieme. Nel mito, Chirone è il maestro
del bambino, colui al quale è affidata la cura e l'educazione di un principe
che diventerà Re. Questa è una immagine ricca e piena di speranza sul ruolo che
le nostre ferite incurabili giocano nell'educazione dell'individuo che siamo in
processo di diventare. Possiamo trovare qualità di serenità e saggezza che
emergono dalla pazienza che mostriamo nei confronti di ciò che non può essere
cambiato.
La malinconia che Chirone può
generare, riscaldata dalla luce del Sole, può anche portarci profondità di
pensiero e di sentimenti risvegliando in noi la determinazione ad offrire un
contributo al benessere altrui. Possiamo trovare molti tipi di compassione, non
solo necessariamente verso chi è stato ferito nel nostro stesso modo, ma anche
per coloro le cui esperienze non si combinano con le nostre e che malgrado ciò
meritano compassione per il semplice fatto che sono esseri umani. Se qualcuno
ha perso un occhio, è facile provare simpatia per coloro che come lui lo hanno
perso e odiare coloro che sono abbastanza fortunati da avere una vista
completa. Il Sole, lavorando con Chirone, può generare un generosità di spirito
da riconoscere che tutti gli esseri umani soffrono principalmente perché sono
soli e mortali, e che uno specifico dolore non è più speciale di un altro o
merita meno compassione.
tratto da un articolo di Liz Greene
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