Sesso, Eros e trasformazione in Astrologia

Articolo di Lidia Fassio

Astrologicamente parlando possiamo trovare molte informazioni sull’aspetto e sulle spinte sessuali individuali in due case, precisamente la V – sede solare , legata al segno del Leone ­ e l’VIII – sede di Plutone e dello Scorpione. Il fatto che l’astrologia abbia previsto due diversi ambiti in cui troviamo richiami alla sessualità individuale la dice lunga sulla complessità di questo tema e sui significati che devono essere compresi non solo nell’aspetto esteriore e fisico, ma soprattutto, su quello psicologico emozionale. 

Le due case in questione occupano sezioni diverse dell’oroscopo e ci permettono di capire che, almeno simbolicamente, è prevista un’evoluzione proprio perché la V casa si trova nella parte inferiore dello zodiaco in cui le pulsioni e gli istinti sono ancora prevalenti mentre, l’VIII si trova nella zona superiore il che ovviamente fa pensare che l’Io sia in grado di dirigere le energie verso il recupero di ciò che è stato rimosso e nascosto e che vi sia la possibilità di elaborare simboli e contenuti più complessi e più profondi che derivano da una natura più sofisticata che gioca le sue carte molto più sul piano psichico ed emotivo che su quello fisico. Le due case in questione fanno riferimento a due diversi aspetti della sessualità. 

Sessualità e casa Va. 
La Va casa si interessa prevalentemente di una sessualità spontanea, molto più fisica e giocosa, in sintonia con la soddisfazione dell’istinto e della riproduzione; consente lo scarico della pulsione creativa di questa casa, più legata all’aspetto pulsionale che deve soddisfare importantissime funzioni della vita umana quali la riproduzione e il senso di identità ben espresso nella frase: “Io sono vivo, quindi, mi riproduco e così mi proietto nell’immortalità”; qui infatti troviamo la possibilità di trasferire il nostro patrimonio genetico e divedere la nostra continuità nei figli gratificando la nostra parte divina ed immortale che, così, sopravvive in chi viene dopo di noi. E’ una casa egoica dove è molto forte il tema dell’Io che non ha ancora preso in considerazione “la morte” e quindi la bypassa con un illusorio e quanto mai precario senso di immortalità e di potenza. 

In questa casa possiamo vedere la sessualità nella sua natura più semplice ed elementare che viene ben rappresentata in questa casa che, tra gli altri significati, ha quello dell’identificazione di genere, di creatività ed espressione personale e della gratificazione immediata; è interessante notare che la V casa non è una casa “di relazione”, ma bensì “personale” ed anche in questa particolarità l’astrologia è maestra nel mostrarci come, in questo primo ambito, la sessualità sia un fantastico stratagemma che, utilizzando il bisogno di gratificare un potente impulso personale finisce per servire sia l’orgoglio individuale che la sopravvivenza della specie (Leone – Sole); in questa casa siamo però lontani dal pensare che la sessualità sia un atto scelto ed agito per raggiungere quell’intimità che consenta una miglior relazione e comunicazione di coppia ma anche e soprattutto, un’apertura sull’anima.

Intimità e casa VIII
Ben diversi sono i simboli della casa VIII; il fatto stesso che sia sotto l’egida di Plutone già fa pensare ad una grande complessità e profondità. Per prima cosa l’VIII casa è “relazionale”; è il luogo dove noi incontriamo quell’altro da noi esterno ed interno in un clima di grande intimità che predispone l’Io a passare attraverso una sorta di “morte psicologica” che consentirà la “rinascita”; è in questa sede che si incontrano l’ Ombra, la mortalità e la caduta della verginità e del senso di onnipotenza; è anche il luogo però dove, l’abbassamento della luce dell’Io, consentirà quell’andare al di là dei confini individuali per superare duplicità ed ambivalenza, ma anche il senso di limitatezza e di separazione. 

Qui si giocano desiderio, fantasia e seduzione che, in fondo, ci raccontano la storia della nostra psiche che ha bisogno di essere nutrita dal sentimento e dalle emozioni, esattamente come, in II casa è il corpo che vuole risorse e sostentamento. Solo l’emotività può dare possibilità di crescita psicologica e il fatto che l’VIII sia una casa d’acqua la dice lunga su ciò di cui ha bisogno. Spesso dimentichiamo che il desiderio che è la molla primaria per la sessualità è qualcosa di misterioso ed è qualcosa di difficilmente contrabbandabile: in effetti, anche la miracolosa pillola blu, interviene laddove vi è una carenza fisica ma non sopperisce minimamente alla mancanza di desiderio giacchè questo appartiene all’anima e non al corpo. Il desiderio appartiene al regno di Venere e non a quello di Plutone che, invece, ci rimanda ad impulsi e a istinti. Non è un caso che la casa VIII si trovi dopo la VII che è il regno incontrastato di Afrodite quella che genera lo smarrimento dell’Io affinchè possa lasciarsi travolgere dall’anima in un coinvolgimento che va ben oltre quello fisico più da casa V. 

E’ l’amore che passa attraverso il desiderio a confermare la nostra esistenza e, quando questo viene meno, ciò che proviamo è la sensazione di non esserci più e questo mette in moto le insicurezze più profonde. In ottava casa siamo obbligati ad entrare all’interno delle nostre dinamiche psichiche per renderci conto che solo incontrando l’altro possiamo conoscere e conoscerci e, pertanto, proprio la sessualità ci permette di scoprire che il senso dell’unità esiste e che l’altro da noi è il catalizzatore che consente una vera comunicazione sul piano fisico, emotivo e psichico che sono il senso della parola “relazione” che sta a significare “incontro degli opposti”. Questa casa vede il domicilio di Plutone, di Marte e l’esaltazione di Mercurio e questo sta ad indicare un forte apporto della coscienza dell’Io (Mercurio) che va a frapporsi tra l’istinto puro e potente di Plutone e l’azione di Marte. Mercurio sottolinea la necessità che in questa casa ci sia una vera possibilità di mettersi in relazione, di comunicare e di mettere in contatto due parti che prima erano divise e separate; Mercurio nel mito era spesso associato a Eros, il principio che unisce e ricrea l’unità attraverso l’amore. 

Proprio dalla lettura della casa VIII possiamo comprendere qualcosa di importante che riguarda la sessualità; essa non è più solamente un semplice atto che consente la riproduzione ma è diventata una parte estremamente sofisticata della nostra natura, uno strumento che soggiace al principio di piacere venusiano e che, nel contempo, ci permette di incontrare “l’altro” ad un livello profondo, fisico, emotivo e spirituale, scoprendo quella parte di noi che trova il suo rispecchiarsi nell’altro da sè; questo incontro da un lato conduce alla possibilità di diventare una vera coppia in grado di godere di un livello profondo di intimità, complicità e unità di intenti e, dall’altro, consente anche di riguadagnare all’interno quel senso di unità individuale che nasce nel momento in cui l’Io riconosce di essere al servizio di qualcosa di più grande di sé, recuperando pian piano le zone d’ombra. 

Certo, in questa casa, la sessualità si fa molto più complessa proprio perché le sue implicazioni vanno a scavare nella profondità della nostra coscienza che va ad incontrare l’anima. E’ in casa VIII che, attraverso la sessualità, ha inizio quell’atto del “concedersi e del lasciarsi andare” che è da un lato spinta all’estasi e all’unione e dall’altro ferimento profondo all’Io che teme l’annientamento e la perdita di potere ma che, come dono supremo, trova in questo ambito la vera possibilità di rinascita. E’ indubbio che la sessualità è un atto di comunicazione intima e non deve pertanto essere investita di significati che nulla hanno a che fare con essa. Se viene caricata di “potere”, di “possesso” e di “paura di perdere la propria integrità”, può diventare un vero inferno e portarci a vivere una dimensione che, invece, le è totalmente estranea. 

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