
Il Sagittario non può rimanere confinato in ciò che
già conosce, il noto lo annoia e lo sgomenta, ha bisogno di scoprire sempre
nuovi orizzonti e per questo viaggia (fuori o dentro di sé), esplorando in
continuazione per placare la sua sete di conoscenza. Egli sa che c’è sempre
qualcosa di nuovo da apprendere. Il compito del segno è però capire che la
conoscenza non può essere fine a se stessa ma va rielaborata e trasformata in
esperienza. Egli deve infatti personalizzare
tutto.
Questa attrazione per lo sconosciuto e il diverso lo
porterà alla scoperta dell’unico grande straniero che lo riguarda davvero, ossia quello
dentro se stesso, perché la scoperta più importante che il Sagittario farà consiste
nell’incontro con il diverso dentro di lui. Il lontano simboleggiato dal Sagittario
non è infatti solo geografico ma soprattutto interno. Egli è sempre spinto ad
andare un po’ più in là, perché non ama accontentarsi e tale sarà
l’atteggiamento anche nei confronti delle propria ricerca interiore.
Nel Sagittario tutto deve essere trasformato,
rielaborato, perché il compito di questo segno è di personalizzare, sintetizzare
la conoscenza in qualcosa di personale che possa essere trasformato in una
filosofia di vita. Se lo Scorpione trasforma i contenuti che deve lasciare
andare, perché obsoleti, il Sagittario elabora ciò che ha portato dentro per
trasformarlo in un patrimonio personale che gli servirà per orientarsi e aiutarlo
a trovare la direzione verso cui scagliare la freccia del centauro. Il suo
compito è la sintesi. Differentemente dai Gemelli (suoi opposti) o dalla
Vergine (in quadratura) al Sagittario non interessa il dettaglio, a lui
interessa trattenere l’esperienza e, una volta sintetizzata, sarà pronto a
passare a quella successiva perché ciò che è raggiunto perde di fascino.
Il Sagittario deve trovare una sua filosofia di vita
e la continua ricerca, cui non sa sottrarsi, sarà ciò che lo porterà a raffinare
sempre più questa sua filosofia, grazie alla rielaborazione della conoscenza in
esperienza,. La domanda del Sagittario è: dove sono diretto? Qual è il senso
della mia vita? Egli deve trovare un significato, è alla ricerca della verità.
Inaspettatamente, il Sagittario è anche uno dei
segni più travagliati dello zodiaco. Egli infatti, nonostante la fiducia, l’ottimismo
e la vitalità che lo contraddistinguono, vive dentro di sé un perenne conflitto
rappresentato dal suo glifo, il centauro, metà uomo e metà cavallo. Vive una
crisi tra spiritualità e materia. Il Sagittario è proiettato sull’arciere che
punta la freccia verso l’orizzonte e per questo si dimentica di onorare il
cavallo. Non tollera il corpo che lo limita. Il suo compito è accettare la
realtà materiale del corpo e capire che solo così potrà accedere alla
spiritualità che tanto desidera. Deve riconoscere i limiti della materia,
ammettere i confini della realtà e solo accettandoli potrà superarli.
Non a caso il Sagittario governa la religione, non
in senso istituzionale, ma nel suo significato profondo di religere che significa unire. Egli deve riunire gli opposti
psichici, le ambivalenze e le contraddizioni che coabitano dentro di sé, le
luci e le ombre. Se si identifica solo con le prime, infatti, finirà col
proiettare all’esterno le seconde, quelle che non gli piacciono perché grezze. In
questo caso allora, diventerà arrogante, saccente, scadendo nella
sindrome del so tutto io.
Il suo compito è trasformare la conoscenza in
esperienza, in qualcosa di personale, elaborando e integrando ciò che ha
appreso affinché diventi un patrimonio che non si riduca a mera conoscenza. Ma dovrà
anche capire che non può imporre ciò che ha compreso agli altri perché ciò
che ha trovato lungo il cammino vale per lui, è la sua filosofia. Il Sagittario ha il grande talento di saper anticipare
la realtà. Egli infatti grazie alla grande immaginazione di cui è dotato (è l’immaginazione
che ci permette di creare il futuro realizzando qualcosa che ancora non c’è) è
capace di pre-vedere, di presumere e proprio questo lo spinge ad andare oltre
il noto alla scoperta dell’ignoto. È tuttavia necessario che questo presumere
non si trasformi in presunzione altrimenti scadrà nel proselitismo. Il Sagittario
può infatti diventare evangelico, sentendo il bisogno di convincere gli altri
della sua verità. In lui c’è un’aspirazione a diventare maestro di vita, guru,
ma per divenirlo dovrà incarnare la sua filosofia e non solo predicarla. Quando
non compie questo passaggio, finisce col voler imporre agli altri le sue idee. Egli
deve invece capire che per diventare un vero Maestro dovrà essere un esempio di
vita, incarnare ciò in cui crede.
Come Zeus, suo governatore, si lanciava in continue
conquiste, spesso senza approfondire, così il Sagittario non ha la pazienza di
arrivare a conoscere che è invece proprio
ciò che deve fare. Ma per farlo dovrà fermarsi e creare un collegamento tra
l’ideale e il reale, tra le due parti di sé, il cavallo e l’arciere, il cielo e
la terra, ossia tra il piano umano e quello superiore, immaginativo. Il limite
del Sagittario è proprio questo: portare l’ideale nel reale, perché
filosoficamente è bravissimo ma spesso fatica a trasporre nella realtà quello
che predica. Ha difficoltà a collegare ciò che vede o immagina con la vita di tutti
i giorni e quindi si sente scisso, come se non riuscisse a vivere all’altezza
dei suoi stessi ideali. Ciò avviene quando il Sagittario non accetta la sua
parte istintuale. Egli ha infatti degli istinti potentissimi che deve però
imparare a domare. Ha una grande voracità (non solo di cibo) e una bramosia costante
(bramosia di conoscere e di fare nuove esperienze) che è collegata alla parte
animale del segno. Questi istinti, lungi dall’essere repressi, dovranno essere sublimati
in qualcosa di superiore che diventi il ponte verso la mèta, ossia la sua
vocazione.
La padronanza degli istinti è qualcosa che, nel
percorso psicologico dello zodiaco, si è appresa nella fase dello Scorpione,
segno antecedente al Sagittario. Egli può dunque sublimare gli istinti
primordiali proprio perché, grazie alla lezione avvenuta con lo Scorpione, sa
padroneggiarli ma, perché questo avvenga, è indispensabile innanzitutto
riconoscerne l’esistenza, ossia dare dignità alla parte animale del glifo.
Se il Sagittario si attesta troppo sulla parte
spirituale perderà il contatto con la realtà, viceversa se si radica troppo
nella materia perderà la possibilità di elevarsi e progredire. Egli è dunque
lacerato da queste due spinte ed è importante che impari ad andare oltre senza
perdere il contatto con la vita reale. Deve riuscire a unire razionale e
intuitivo, utilizzandoli entrambi per compiere sia l’analisi che la sintesi.
Deve imparare a discriminare cosa portare dentro, cosa trattenere come
esperienza e cosa no. La discriminazione è una qualità importante che questo
segno dovrà conquistare, senza la quale rischia di cadere nella cieca fiducia. La
fiducia, grande virtù del segno, può infatti divenire, a volte, eccessiva rischiando
di trasformarsi in incoscienza o impulsività. Essa deve invece basarsi su un’acquisita
capacità di discriminazione e valutazione così da non sottovalutare i rischi di
un’impresa, cosa molto comune ai nativi del segno che spesso dall’ottimismo
sconfinano nell’ingenuità. Infatti, negando o eludendo la realtà il Sagittario
finisce col non vederne i pericoli, col risultato di farne le spese.
Il punto cruciale del segno è legato alla vocazione.
Il rischio del Sagittario è che lanci frecce a casaccio senza una vera
direzione. Egli ha invece il compito di trovare una mèta verso cui dirigersi
che sia direttamente collegata alla sua vocazione, ossia a una passione, una vera
e propria chiamata interiore. Una volta intuita la direzione potrà orientarsi e
smettere di vagare.
Molto bella questa descrizione e ritrovo tutta me stessa e la mia vita. Grazie
RispondiEliminaSono contenta ti sia piaciuta!
EliminaComplimenti, analisi perfetta!
RispondiElimina<3
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