Saturno e la forma delle cose

"La forma è la durata delle cose." Marco Panella

Il pianeta Saturno ha subìto in astrologia, nel corso dei secoli, un trattamento sempre più iniquo che l’ha portato ad essere definito niente po’ po’ di meno che il Grande Maligno. Tale è l’equazione tra Saturno e le calamità che Ozpetek ci ha addirittura intitolato un film (Saturno contro). Dunque, nella maggior parte dell’astrologia, antica e moderna, Saturno è sinonimo di sciagura, disgrazia o, nel migliore dei casi, di un momento faticoso e di ristrettezze. 

Ci tengo a sfatare questo mito e voglio ribattezzare Saturno col nome a lui più affine di Grande Maestro. Egli infatti è vero che simboleggia un certo rallentamento generale che il più delle volte sembra ostacolarci ma di fatto il suo vero significato è quello di renderci forti, autonomi e di strutturare le cose affinché durino nel tempo, perché, come dice Marco Pannella, ‘la forma è la durata delle cose'.

Scrive Hillman:  “Le maledizioni di Saturno che mi avevano afflitto (freddezza e distacco, ossessioni del pensiero, sindromi depressive che mi paralizzavano nell’azione, preoccupazioni materiali, goffaggine nell’utilizzo di congegni elettronici o in generale di cose a me non familiari, fardelli di responsabilità, periodi di rigidità e intrattabilità verso gli altri e verso me stesso), tutte queste maledizioni erano state valutate solo per la loro apparenza. Non avevo afferrato la loro efficacia: come esse mi avevano protetto, tenuto sulla via fedele alla mia vocazione, lasciato il tempo di pensare ed apprezzare la solitudine e come avessero permesso che la mia tendenza all’ordine fosse sconfitta in favore dell’assenza e del vuoto. In altre parole le maledizioni che attribuivo a Saturno erano delle benedizioni. Quel giorno compresi che siamo noi che facciamo di Saturno un pianeta sinistro e maledetto interpretando le sue benedizioni in una visione ristretta ed oppressiva, come pesanti fardelli piuttosto che carichi doni. Scordiamo una metà; la parte celeste del male”.

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