Astrologia e sincronicità

“L’atteggiamento da assumere in relazione all’astrologia può essere illustrato con un semplice esempio. Se guardo il mio orologio, che ha l’ora esatta e segna le sette in punto, posso arguire che tutti gli orologi, sia da polso che non, nella stessa fascia oraria e altrettanto ben regolati, segneranno anch’essi le sette. Posso inoltre ritenere con ragionevole certezza che, se accendo la TV, sono in grado di trovare il notiziario delle sette, o che mi si aspetta al ristorante dove ho riservato un posto per le sette. Ciò naturalmente non significa che il mio orologio abbia un’influenza diretta sugli altri orologi, da polso e non, dei dintorni, né che sia la causa delle notizie TV o che interagisca con la coscienza del personale del ristorante. Tutti questi eventi sono semplicemente sincronizzati con il tempo astronomico, una dimensione nascosta che agisce ‘dietro la scena’, e che non si può percepire direttamente. Allo stesso modo, il pensiero che sta alla base dell’astrologia suggerisce che, nello schema universale delle cose, i moti planetari e gli aspetti geometrici di questi sono correlati alle dinamiche archetipiche nascoste che plasmano gli eventi del mondo fenomenico. Dato che i pianeti sono visibili, essi possono essere usati per arguire cosa sta succedendo nel mondo degli archetipi, o, secondo l’esempio visto prima, che ‘ora’ è nel mondo archetipico (...)

(...) La tendenza a pensare in termini di causalità è una delle principali ragioni del violento ripudio dell’astrologia. Ricordo una delle mie accese discussioni con Carl Sagan sulla psicologia transpersonale, durante la quale mi disse, tra l’altro: “L’astrologia è un’assoluta sciocchezza; standomene seduto qui, ho su di te un’influenza maggiore di quella che ha Plutone". Egli – a questo proposito – chiaramente pensava in termini di masse, distanze, forze gravitazionali e altri termini fisici. Tale approccio sbaglia completamente il bersaglio. I critici dell’astrologia come Carl Sagan non comprendono che gli astrologi si servono di un sofisticato paradigma che suppone una relazione sincronistica tra i pianeti, la psiche umana e gli eventi esterni. Per comprendere l’astrologia, dobbiamo pensare in termini sincronistici (...) 

(...) il principio di sincronicità come alternativa importante alla causalità lineare fu per la prima volta descritto esaurientemente da Carl Gustav Jung. Secondo lui, la sincronicità è un principio di collegamento acausale che si riferisce a significative coincidenze di eventi distanti nel tempo e/o nello spazio (Jung 1960). Mentre Jung era interessato, in generale, a peculiari coincidenze della vita, egli era principalmente attratto da quelle in cui vari eventi esterni erano significativamente collegati a esperienze interne, come per esempio sogni, fantasie e visioni. Questa varietà di straordinarie coincidenze fu ciò che egli chiamò sincronicità. Egli definì sincronicità di questo genere un “verificarsi simultaneo di uno stato psichico con uno o più eventi esterni che appaiono come paralleli significativi allo stato soggettivo momentaneo". La sincronicità può assumere varie forme differenti; alcune di loro collegano gli individui agli eventi in luoghi separati, altre nel tempo. "  

Stanislav Grof


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