(...) La tendenza a pensare in termini di causalità è una delle principali ragioni del violento ripudio dell’astrologia. Ricordo una delle mie accese discussioni con Carl Sagan sulla psicologia transpersonale, durante la quale mi disse, tra l’altro: “L’astrologia è un’assoluta sciocchezza; standomene seduto qui, ho su di te un’influenza maggiore di quella che ha Plutone". Egli – a questo proposito – chiaramente pensava in termini di masse, distanze, forze gravitazionali e altri termini fisici. Tale approccio sbaglia completamente il bersaglio. I critici dell’astrologia come Carl Sagan non comprendono che gli astrologi si servono di un sofisticato paradigma che suppone una relazione sincronistica tra i pianeti, la psiche umana e gli eventi esterni. Per comprendere l’astrologia, dobbiamo pensare in termini sincronistici (...)
(...) il principio di sincronicità come alternativa importante alla causalità lineare fu per la prima volta descritto esaurientemente da Carl Gustav Jung. Secondo lui, la sincronicità è un principio di collegamento acausale che si riferisce a significative coincidenze di eventi distanti nel tempo e/o nello spazio (Jung 1960). Mentre Jung era interessato, in generale, a peculiari coincidenze della vita, egli era principalmente attratto da quelle in cui vari eventi esterni erano significativamente collegati a esperienze interne, come per esempio sogni, fantasie e visioni. Questa varietà di straordinarie coincidenze fu ciò che egli chiamò sincronicità. Egli definì sincronicità di questo genere un “verificarsi simultaneo di uno stato psichico con uno o più eventi esterni che appaiono come paralleli significativi allo stato soggettivo momentaneo". La sincronicità può assumere varie forme differenti; alcune di loro collegano gli individui agli eventi in luoghi separati, altre nel tempo. "
Stanislav Grof
Giusto.
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