Breve introduzione ai segni d'Acqua

La Luna governa il segno del Cancro
Quello di cui si dovrebbe sempre tener conto, ogni volta che si ha a che fare con una persona nata sotto il segno del Cancro, e che questo segno, data la sua estrema sensibilità e porosità, non tollera il dolore e perciò farà tutto ciò che può per non sentirlo, per anestetizzarlo. Ognuno a suo modo. Negherà, vi incolperà, si distaccherà fino ad divenire insensibile, e infine, forse, fuggirà. E’ per questo che, contro ogni logica, persone molto sensibili possono apparire a volte al quanto insensibili. Stanno attivando i loro schermi di difesa. E più voi cercherete di metterli di fronte alla realtà più loro acuiranno la loro strategia difensiva. Il compito del Cancro è l’indipendenza. Indipendenza da cosa? Dalle emozioni, perché il Cancro ne è schiavo, le subisce e la sua sensibilità è tale che le sue emozioni sono l’unica ‘verità’ possibile. Per lui la realtà è definita da quello che sente, tutto il resto non esiste e pertanto non sarà preso in considerazione. Né i fatti oggettivi né quello che sentite voi, perché quello che sentite voi sarà sempre filtrato da come si sente lui. E’ evidente che una volta raggiunta questa indipendenza, la stessa sensibilità che per anni lo ha spaventato, lo renderà incredibilmente empatico e così accogliente da farvi sentire a casa. A quel punto sarà perfettamente in grado di prendersi cura di voi senza farsi carico del vostro dolore  ma dandovi l’amore e il nutrimento di cui avete bisogno per superarlo. Il percorso verso l’indipendenza però è lungo e impervio, e richiede un fermo intento e tanto coraggio.


Troppo spesso ho sentito dire: ‘Sei dello Scorpione? Oddio che segnaccio!’. Perché lo Scorpione ha questa cattiva fama? Forse perché egli è il re degli Inferi (governato da Plutone/Ade, il dio del sottosuolo) egli è colui che è sceso in basso e ha nuotato nella melma dell’essere umano. Il punto è che molti Scorpioni purtroppo ci restano nella melma e imparano a vivere a contatto con il loro lato peggiore, identificandosi in esso. Proprio la conoscenza del loro lato Ombra, può dare agli Scorpioni un’arma da cui è difficile difendersi, perché essi conoscono le loro e le altrui debolezze e possono decidere (e spesso lo decideranno) di ‘usarle contro di voi in tribunale’. Ma nell’Ombra non c’è solo il peggio noi, c’è anche il meglio. Lì risiedono tutte le nostre risorse più nascoste che, se portate alla luce, possono renderci più forti e finalmente completi. Lo Scorpione tutto questo lo sa (a volte anche solo istintivamente), e se deciderà di usare questo sua conoscenza profonda dell’animo umano, questo suo potere, per aiutare gli altri piuttosto che per manipolarli (vincendo i suoi istinti più bassi), proprio questa conoscenza dell’imperfezione della natura umana sarà la base da cui potrà sviluppare una capacità di comprensione e accettazione che nessun altro segno possiede. E quando tutti gli altri punteranno il dito contro i vostri errori e le vostre debolezze, sarà lo Scorpione a sollevarsi in vostra difesa dicendo: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma per fare questo, cari Scorpioni, dovrete prima di tutto intraprendere il Vostro percorso di crescita personale. Vi dedico una citazione del poeta Thomas Hardy: "Se esiste una via che porta al meglio, questa richiede un'occhiata al peggio."


Ne sa più un matto a casa sua che un saggio a casa d’altri, recita il detto. Mi pare adatto al segno dei Pesci. I Pesci sembrano un po’ matti a chi li guarda da fuori. Non nel senso di strani ma nel senso di legati a regole di un mondo tutto loro, che noi ignoriamo. Sono assenti, indefiniti, sfuggenti. Sempre con la testa tra le nuvole, a volte presi a parlar da soli. Il loro è un mondo senza regole e senza limiti, in cui tutto converge in un continuo divenire che non ha confini e in cui loro si perdono continuamente per poi ritrovarsi sempre, nuovi e diversi. Nel mondo dei Pesci non c’è separazione, non c’è definizione, è un grande liquido amniotico in cui loro fluttuano alla ricerca di un significato più grande, una risposta onnicomprensiva che non ha più bisogno di spiegazioni aggiuntive. Non li forzate troppo. Si certo, ogni tanto è bene riportarli sulla terra per farli interagire col mondo ‘reale’ affinché non si perdano del tutto come un palloncino gonfio d’elio che fugge nel cielo. Ma lasciate loro il tempo di passeggiare tra le nuvole, perché è quello il loro mondo. Loro, più di chiunque, sanno che siamo tutti parte di un progetto più grande, che siamo tutti indissolubilmente legati gli uni agli altri e che il significato della nostra esistenza sta bel oltre l’ordinarietà delle piccole cose.

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