Il progetto solare dell'Ariete

Uno dei compiti fondamentali dell’Ariete è: diventare forte. Egli infatti può apparire forte, in virtù della sua grande aggressività ma in realtà, soprattutto nella prima parte della sua vita, è solo profondamente reattivo perché ciò che ha a sua disposizione sono delle fortissime pulsioni. Il compito dell’Ariete è trasformare questo potente nucleo di aggressività in qualcosa di stabile e creativo.

Nel nostro emisfero, i segni zodiacali coincidono con la simbologia stagionale e questo può aiutarci a capirli. L’Ariete corrisponde alla primavera, il periodo dell’anno in cui il germoglio da sotto terra deve bucare la zolla per venire alla luce. L’impeto travolgente dell’Ariete è lo stesso di cui il germoglio, che è poco più di uno stelo d’erba, si avvale per rompere il duro terreno di marzo. L’immagine del germoglio, ancora lontano dall’essere una pianta forte e radicata, ci fa capire come la presunta forza dell’Ariete in realtà non esista. Come il germoglio, egli si affida all’intuito, al suo forte impulso vitale e all’aggressività che è direttamente proporzionale alla sua insicurezza. 

L’aggressività dell’Ariete, generata dalla paura che è sempre molto forte in lui, è quindi arma di difesa prima ancora che di offesa. Egli infatti teme così tanto gli attacchi esterni, che possono tranciare questa vita appena nata, che tende a reagire istintivamente, difendendosi da tutto. Il compito dell’Ariete è dunque quello di rafforzarsi, di diventare solido all’interno, affinché diminuendo le paure diminuisca anche l’aggressività. Egli compie se stesso nel momento in cui conquista una sua consistenza interna smettendo di essere continuamente vigile e allarmato, pronto a prevenire eventuali attacchi esterni.


L’altro compito dell’Ariete è trovare la direzione perché inizialmente non la conosce. Governato dalle pulsioni del momento, l’Ariete è talmente impegnato a fronteggiare i mille presunti pericoli che spesso non sa dove sta andando. E, ora per difesa, ora per aprirsi un varco, va a destra e sinistra senza una direzione. Quello che manca all’Ariete è uno scopo e quindi disperde energie combattendo su ogni fronte. Passa molto tempo prima che possa capire cosa per lui sia veramente importante e anche allora è facile distrarlo. 

L’Ariete deve capire dove combattere, per cosa vale la pena di farlo, deve imparare a scegliere quali battaglie affrontare e quali no e può farlo solo capendo quali siano i suoi valori. Da un punto di vista fisico l’Ariete governa la testa, la parte del corpo che ci dirige e decide dove andare. L’Ariete deve dunque trovare la testa, mettere la testa in quello che fa, vale a dire imparare a pensare, a riflettere e a non agire solo in base agli istinti.


Spesso ha grandi difficoltà con la figura paterna che simboleggia la guida e l’autorità, ovvero le due grandi lezioni che l’Ariete deve apprendere: direzione e controllo. Il problema a riconoscere l’autorità è sempre legato a una mancanza di struttura interna. Per arrivare ad essere autorevoli bisogna essere in grado di porre dei limiti cosa che l’Ariete difficilmente sa fare, quindi chiunque gli metta un limite diventa automaticamente un nemico. Egli deve riconoscere il valore di chi può guidarlo nella prima fase della sua vita, per divenire successivamente “capo” (ritorna la simbologia della testa) di se stesso.

Egli ama iniziare le cose, perché negli inizi tutta l’energia che ha può essere sprigionata, ma non sa essere costante perché manca di disciplina. Deve quindi imparare a fermarsi e ad elaborare una strategia senza temere di perdere in intensità e potenza. Il fatto è che l’Ariete è mosso prima dalle pulsioni, poi dalle passioni - che lo infiammano. Questa grande fiammata però deve diventare fuoco, perché il fuoco è l’elemento più trasformante in assoluto ma solo se canalizzato, altrimenti è distruttivo. Mettendo ordine in questo turbinio interiore, abbassando la tonalità della sua energia, senza disperderla, ‘usando la testa’ e non solo l’urgenza dell’istinto, egli potrà capire dove vuole andare e, attraverso la disciplina, raggiungere la mèta che è l’unico modo che ha di testare davvero la sua forza.

Per molti anni l’Ariete vive come governato da qualcosa su cui non ha il controllo, qualcosa che decide per lui. Il suo fuoco creativo brucia costantemente non permettendo mai alla forma di solidificarsi. Ma se metterà ordine nelle sue pulsioni, tutta questa incredibile energia potrà diventare creativa ed allora, e solo allora, l’energia diventerà forza e la forza volontà.

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