Il progetto solare della Vergine

La Vergine, sesto segno dello zodiaco, è il segno dell’autunno vale a dire del periodo dell’anno in cui, subito dopo l’abbondanza dei frutti dell’estate (cui si deve la generosità del Leone) ci si prepara a organizzare e conservare quanto raccolto per affrontare la precarietà dell’inverno. Esso è infatti il primo segno in cui l’uomo – dopo il senso di onnipotenza vissuto nel Leone - percepisce la caducità dell’esistenza umana e cerca di arginarla attraverso un costante e sistematico controllo. 

Dunque, proprio come farebbe col grano appena mietuto, i Vergine selezionano, dividono, pesano. Organizzano le emozioni, i pensieri, il tempo, affinché tutto sia funzionale ad affrontare la precarietà della vita. Nel tentativo di arginare paura e ansia il controllo può però diventare ossessione, ed è per questo che i nati sotto il segno della Vergine sono spesso stressati. Il bisogno di controllo è legato a una sensazione di frammentazione interna che genera in loro una forte insicurezza.

Come tutti i segni di terra hanno invece un grande bisogno di sicurezze che compensano con l’uniformità, un’attitudine a seguire (e imporre) le regole, e un senso del dovere che non viene mai disatteso. Essere riconosciuti dall’esterno, sentirsi uguali agli altri, e quindi accettati, sono le strategie con cui affrontano la frammentazione interiore e quel senso di inadeguatezza che nasce dal non essere in grado di riconoscersi e darsi valore. Non fraintendete, non sto dicendo che siano mediocri, tutt’altro, sono decisamente brillanti e capaci di scendere in profondità ma tale è la loro paura di disgregazione psichica che controllo e trattenimento compensano il terrore di perdersi e soddisfano il loro bisogno di ordine e perfezione.

I Vergine hanno un nucleo molto complesso. Affinché funzioni bene, l’ordine deve essere naturale, quando diventa ossessivo è una compensazione di un disordine interiore che nasconde qualcosa che non possono permettersi di vedere: un difetto, un errore, uno sbaglio che sono il promemoria di quella fallibilità umana che li getta nello sconforto. Per questo sono ossessionati dal tempo. Lo scorrere del tempo genera loro ansia e la sindrome maniacale con cui lo organizzano è uno degli strumenti di controllo di cui si avvalgono. Il problema del controllo è che alla lunga finisce col prendere il sopravvento e col loro atteggiamento maniacale e perfezionista i Vergine possono arrivare a tiranneggiare chi la circonda.

Un altro tema caro ai Vergine è la funzionalità. Hanno bisogno che cose diverse fra loro trovino un metodo per funzionare, il loro tema è l’efficienza, devono riuscire ad assemblare parti che hanno difficoltà a stare assieme e trovare un modo perché queste collaborino affinché il sistema funzioni a dovere. Sono in grado di vedere subito quando qualcosa non va, sono attenti, sanno individuare eventuali imperfezioni che possano causare un malfunzionamento. Hanno un occhio acuto, critico, non danno nulla per scontato. Sono perfezionisti e non trascurano niente perché sanno che anche il più piccolo dettaglio può compromettere l’intero sistema. 

La loro principale caratteristica è l’attenzione, niente sfugge a un Vergine. Non fate mai l’errore di sottovalutarli, è uno dei segni più intelligenti dello zodiaco. Anche se non hanno alcuna velleità di mettersi in mostra, sono attenti, acuti, fotografano tutto. Forse voi non vi siete neanche accorti che erano lì ma loro hanno registrato ogni cosa. Il problema è che questa funzionalità molto efficace sul piano pratico, diventa controproducente sul quello emotivo dove i Vergine hanno grossi problemi a lasciarsi andare. La loro tendenza al controllo infatti crea molte difficoltà a liberarsi sia delle emozioni (soprattutto la rabbia) che dei pensieri (sono degli arrovellatori) e finiscono col sostituire le emozioni con l’efficienza.

Ciascuna di queste qualità, attenzione, discriminazione, analisi, organizzazione, con le quali tutte i Vergine dell’universo permettono che il mondo funzioni (non saremmo sopravvissuti se non fosse per loro) possono ingigantirsi e, alla paura della disgregazione e dell'imperfezione, i  Vergine risponderanno con tratti maniacali per contrastare l’ansia continua che li pervade. Temendo il caos, hanno come mito l’ordine (che spesso è più apparente che reale), e per questo vivono in un continuo organizzare e sistemare nel tentativo (vano) di placare il senso di precarietà. Le più grandi paure dei Vergine sono legate alla parte emozionale e istintiva, impossibili da tenere sotto controllo e fonti primarie di disorganizzazione psichica. Pulsioni e emozioni sfuggono infatti agli schemi razionali così cari ai nostri Vergine e poiché sono la fonte di quel caos tanto temuto sono sempre monitorate.

Naturalmente abili a rielaborare le cose a livello razionale, per loro è difficilissimo lasciarsi andare sul piano emotivo o istintivo e - pur essendo consapevoli che, alla fine, qualunque strategia di controllo risulterà fallimentare - il solo tentativo di tenere le fila di tutto dà loro una grande sicurezza che rende quasi impossibile che mollino la presa. In tal senso, il controllo della Vergine è più una rassicurazione interna che non strettamente legato al potere (atteggiamento più affine allo Scorpione). E’ un segno razionale e analitico che tenta di imbrigliare le emozioni attraverso la logica e che cerca di ignorare gli istinti che non rientrano nel suo schema perfetto di ‘come dovrebbero essere le cose’. Nei Vergine infatti tutto deve essere finito e definito ma il rischio che corrono è che a forza di indagare, discriminare, approfondire e sviscerare, perdano in totalità. Questo loro spezzettare, vivisezionare tutto, spaccare il capello in quattro per analizzare ogni cosa, gli fa perdere di vista l’insieme e finiscono col ‘non vedere la foresta per via degli alberi’.

Questo è uno dei grandi compiti della Vergine: superare la frammentazione, integrare tutte le cose, capire che la singola parte, anche la più scomoda, quella che meno ci piace, deve inserirsi in un tutto, in un sistema che funzioni ma che non resti imbrigliato in una forma immutabile, in una staticità che ha come unico scopo quello di rassicurare. I Vergine devono concedersi uno spazio più ampio che vada oltre il loro mondo ben delimitato dove la vita a lungo andare rischia di diventare arida. Uno spazio aperto che contempli una realtà ‘altra’ al di fuori di quella delle loro ritualità. Devono superare la paura e aprire quelle porte che possano sconvolgere l’ordine costituito delle loro convinzioni per integrare elementi sempre nuovi al fine di ricostruire ogni volta un ordine più grande, più funzionale, più onnicomprensivo. Devono imparare a vedere il mondo sottosopra affinché la regola non diventi dogma. Infine devono comprendere la grande illusione del controllo e imparare ad affidarsi. Per loro è quasi impossibile affidarsi, non si concedono e per farlo devono acquisire una doppia visione che contempli il razionale e l’irrazionale e che integri l’efficienza maschile con la fiducia femminile, il piano fisico con quello emotivo e soprattutto i bisogni personali con quelli esterni. I Vergine devono integrare le esigenze del mondo con la loro realtà interiore senza che l’uno prevalga sull’altro.


L’ultimo e fondamentale passo che i Vergine debbono compiere nel loro percorso di liberazione dal controllo è il recupero di quella luna che hanno di fronte (nel segno dei Pesci). Accettare il potere disorganizzante delle emozioni, portatrici di istanze interne fondamentali, significa smettere di limitare l’espressione della vita e abbracciare una visione più onnicomprensiva che contempli anche la perdita, l’errore e la debolezza. Dare dignità alle emozioni permettendo loro di occupare lo spazio che gli spetta (senza necessariamente setacciarle al microscopio), vuol dire raggiungere quella completezza che nulla ha a che vedere con la perfezione e la purezza incontaminata che loro anelano. Quella completezza che annullerà il senso di frammentazione interna, raggiunta la quale potranno compiere il lavoro di discriminazione e raffinazione che sono chiamati a fare senza più amputare la realtà.

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